Le recenti elezioni regionali in Abruzzo hanno offerto un vero e proprio colpo di scena: a trionfare, infatti, è stato Marco Marsilio, esponente del partito Fratelli d’italia sostenuto da tutta la coalizione di centrodestra. In base ai dati pubblicati dal Viminale, Marsilio ha ottenuto il 48,03 per cento dei voti, staccando di ben 17 punti Giovanni Legnini,  candidato del centrosinistra che ha raccolto solo il 31,28 per cento delle preferenze.

Con l’elezione di Marsilio si interrompe, dunque, una amministrazione pluriennale di orientamento democratico e di sinistra che, sino ad oggi, aveva guidato la Regione dell’Abruzzo. Grande soddisfazione è stata espressa da tutti i leader del centrodestra, a cominciare da Giorgia Meloni che ha parlato di “giornata storica per il partito”. Marsilio è, infatti, il primo esponente di Fratelli d’Italia eletto Governatore. Forte entusiasmo è stato espresso anche da Matteo Salvini e da Silvio Berlusconi il quale ha sottolineato come il risultato abruzzese sia un monito a livello politico per i Cinque Stelle.

Un dato da evidenziare è, però, quello del calo dei votanti, sintomo comunque di una delusione e di una mancanza di fiducia dell’opinione pubblica.

In base ai dati forniti dal Viminale, in questa tornata elettorale l’affluenza alle urne è stata del 53.1 per cento, circa 8 punti percentuali in meno rispetto alle votazioni del 2014.

Gli effetti e le ripercussioni del voto abruzzese a livello nazionale

Ciò che emerge dalle urne abruzzesi non ha, però, solamente una valenza a livello regionale. Come accennato, infatti, non sono mancate polemiche e critiche rispetto al crollo registrato dalla candidata del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi, arrivata terza con appena il 20,20 per cento dei voti. Sia secondo il centrodestra che il centrosinistra, questo voto testimonia la stanchezza degli italiani e la loro insoddisfazione nei confronti dell’operato del M5S a livello politico e nazionale.

Il voto d’Abruzzo, dunque, sottolineerebbe la perdita di fiducia degli italiani verso questo movimento che avrebbe dovuto rappresentare la novità, il cambiamento e l’innovazione ma che, in realtà, ha deluso le aspettative. Più cauta la posizione della Lega che, tramite le parole del leader del Carroccio, nonché attuale Vice Premier Matteo Salvini, ha fatto sapere che il voto regionale non modificherà in alcun modo gli assetti interni dell’attuale Governo nazionale e non comporterà una ridiscussione degli accordi raggiunti tra i 5 Stelle e la Lega.

I prossimi test elettorali

Dopo le elezioni regionali d’Abruzzo, sarà la volta delle urne in Sardegna il prossimo 24 Febbraio e poi in Basilicata il 24 Marzo. Entrambe le votazioni saranno importanti sia a livello regionale che nazionale e rappresenteranno dei test per valutare l’andamento del consenso popolare rispetto all’attuale classe dirigente.

Sicuramente la situazione in Sardegna risulta particolarmente delicata: nelle ultime settimane le proteste dei pastori hanno scosso non solo la comunità sarda ma tutta Italia e le immagini del latte versato per le strade in segno di protesta hanno fatto il giro del mondo. Staremo a vedere come gli elettori reagiranno e che tipo di voto esprimeranno.